I Levi


Villa Levi, anni ’30
Ulderico Levi

L’esponente più noto della famiglia Levi fu certamente Ulderico (1842 – 1922), militare, politico e filantropo che si impegnò in un’intensa attività pubblica volta alla modernizzazione della città: nel 1878 finanziò la ricostruzione del teatro della cittadella – poi ribattezzato “Teatro Ariosto” – dopo che un terribile incendio lo rase al suolo nella notte del 21 aprile 1851; nel 1885 fece costruire a proprie spese il primo acquedotto pubblico di Reggio Emilia; promosse l’installazione dell’illuminazione pubblica a gas, la demolizione di parte delle antiche mura e sostenne la realizzazione dei giardini pubblici. Ulderico fu uno dei più importanti politici reggiani del suo tempo (fu deputato e senatore del Regno d’Italia e luogotenente del Re).

Tra il 1909 e il 1937 la villa appartiene a Margherita Levi (1865 – 1938), figura di donna alla quale la memoria dei reggiani associa aneddoti romanzeschi, che qui abitò per alcuni anni assieme a suo marito, il celebre compositore di opere liriche Alberto Franchetti (1860 – 1942), appartenente ad una nobile famiglia ebrea sefardita (la madre era una Rothschild).

Margherita Levi con il marito Alberto Franchetti

Figlio di Margherita e Alberto è il celebre esploratore Raimondo Franchetti (1889 – 1935), le cui raccolte africaniste di animali esotici conservate presso i Musei Civici di Reggio Emilia costituiscono da sempre una delle collezioni più amate dai reggiani di tutte le età.

L’esploratore Raimondo Franchetti

Nel 1956 il complesso passa all’avvocato Pelosi e, nel 1971, all’Università di Bologna che, dopo importanti lavori di ristrutturazione, destina la villa a sede del corso di laurea in “Scienze della Produzione Animale”. Dopo circa quarant’anni, durante i quali villa Levi è stata un importante centro di ricerca e didattica in cui si sono laureati oltre 1.500 studenti, tra il 2010 e il 2011 l’Università decide di chiudere il distaccamento di Coviolo e di concentrare tutte le attività a Bologna.

Scopri di più sulla vita e le avventure del Barone Raimondo Franchetti:

L’esplorazione della Dancalia etiopica

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