L’architettura e il paesaggio
Soprannominata “il gioiello di Coviolo”, la neoclassica Villa Levi è una delle più singolari ville storiche della campagna reggiana, caratteristica che deve principalmente all’imponente cupola che la sovrasta e che la rende immediatamente riconoscibile nel paesaggio.
Circondata da un grande parco di gusto eclettico, nel quale sono presenti diverse alberature monumentali, e fronteggiata a nord da un lungo viale prospettico (circa 700m) che le attribuisce un ruolo chiave nel paesaggio, Villa Levi fu commissionata, probabilmente attorno alla prima metà del 1600, dall’illustre famiglia dei Besenzi: è proprio qui che nacque il grande architetto, pittore e plastico Paolo Emilio Besenzi (1608 – 1656) a cui è intitolata la scuola elementare di Coviolo.
Tra il 1790 e il 1810 i Besenzi intervennero sull’impianto architettonico originario dell’edificio con significativi rimaneggiamenti che conferirono alla villa l’attuale aspetto monumentale. Il progetto di ristrutturazione, a firma dell’architetto Domenico Marchelli (1763 – 1832), comportò l’introduzione del timpano che sopravanza la villa, la realizzazione dei due pregiati edifici laterali – in origine utilizzati come abitazione del custode, serra e scuderia – e, infine, la sistemazione del vasto giardino secondo il gusto cosiddetto “all’italiana”.
Negli anni ’30 del 1800 prende avvio un nuovo importante intervento, questa volta ad opera dell’ingegnere e architetto modenese Luigi Poletti (1792 – 1869), che progettò la caratteristica cupola in legno e rame che sovrasta l’edificio sorretta, all’interno, da un colonnato circolare gigante che caratterizza il salone delle feste al primo piano della villa (ex Aula Magna dell’Università).
Poletti ridefinì poi il nuovo prospetto sud grazie ad un pronao colonnato e ad una scalinata monumentale che collega il livello terra al piano nobile: grazie a questi interventi, la villa acquista un’impronta monumentale in cui è evidente l’influenza dello stile palladiano nonché la volontà dei Besenzi di delegare alla loro residenza di campagna il compito di illustrare il prestigio sociale acquisito in città.
Giuseppe Besenzi, privo di prole, istituì un maggiorascato per il nipote Alberto Gazzoli, che diventa proprietario del complesso nel 1851. Nel 1874 il Gazzoli vende la villa ai Levi, una delle più agiate famiglie della borghesia mercantile ebraica della città. I Levi, che non modificheranno la villa dal punto di vista strutturale, interverranno invece nell’abbellimento degli interni: si devono ad Arrigo Levi, agli inizi del ‘900, le raffinate decorazioni in stile liberty, molto probabilmente opera dal celebre pittore Gaetano Chierici (1838 – 1920).